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PROJECT WORK - Associazione Il Cenacolo degli angeli (AQ) 30/09/2017

03 ottobre 2017

Nell'ambito del Project Work del corso di “Assistente Educativo” abbiamo fatto un’esperienza formativa presso la Comunità Alloggio per minori dell’Associazione di Volontariato “Il Cenacolo degli Angeli - Onlus” dell’Aquila incontrando ospiti ed équipe socio/psico/educativa. 

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L’incontro

Come da programma ci siamo recati presso la struttura per incontrare i ragazzi ospiti della comunità e mettere in pratica il progetto concordato con il referente dell’Associazione.

L’avvio dell’attività ha richiesto più tempo del previsto in quanto gli ospiti erano restii, forse intimiditi, a venirci ad incontrare, pertanto, in qualità di docente accompagnatore, come portavoce sono andata ad invitare i ragazzi a scendere e dargli qualche informazione sull’attività da fare.

Conquistata un po’ di fiducia alcuni dei ragazzi (la maggior parte) sono venuti incontro alle studentesse ed è cominciato il momento di conoscenza.


Il gioco

E’ stato proposto ai ragazzi di fare un gioco tutti insieme nel cortile della casa. Incuriositi ma anche un po’ restii i ragazzi hanno cominciato il gioco.

Il gioco proposto è stato “Lupi e contadini”, gioco di ruolo spesso utilizzato nelle tecniche di Tdo dove, con un’attività in cui è impegnato il corpo, la maschera sociale e la personalità, si facilità l’astrazione, la conoscenza, la concentrazione attraverso la demeccanizzazione del corpo, e l’attenzione.

Il gioco ha visto protagonista uno dei ragazzi che ha preso subito il comando proponendosi come “Narratore” in quanto già conosceva il gioco ed una buona partecipazione di tutti gli altri. Il gioco si è rivelato molto divertente ed è stato un buon canale per raggiungere i primi obiettivi preposti.

L’attività ha tenuto occupato il gruppo per una mezz’ora dove c’è stato un primo scambio di informazioni importanti per favorire la socializzazione.  


La merenda

Le corsiste hanno predisposto un piccolo buffet per rafforzare la conoscenza attraverso un momento di socializzazione informarle.

In questo spazio si è approfondita la conoscenza in base alle affinità createsi durante il gioco, sulla base degli interessi e delle curiosità in forma del tutto libera.

La socializzazione informale è stata comunque studiata per poter garantire il massimo la privacy dove non era possibile alle corsiste chiedere informazioni personali e identificative sui minori e sul motivo della loro collocazione in comunità. Si è indagato solo sulla personalità e gli interessi per acquisire la fiducia necessaria per lo step successivo relativo al cine forum.


Il cine forum

Il cine forum ha visto la partecipazione di quasi tutti i ragazzi, compreso chi inizialmente non ha voluto partecipare al gioco.

Si sono proiettati due cortometraggi:

  1. TOLLERANTIA by Ivan Ramadam - NON ASCOLTIAMO PER CAPIRE MA PER RISPONDERE: il cortometraggio aveva l’obiettivo di far discutere sul tema delle relazioni e della reciprocità e sull’importanza dell’ascolto. A fine cortometraggio è stato chiesto ai ragazzi cosa gli ha trasmesso il video e le risposte sono state le seguenti:
  • ognuno lavora per sé;
  • è insensato, costruiscono e poi distruggono;
  • concentrati sulle nostre cose non ci rendiamo conto di danneggiare gli altri;
  • è come noi con gli educatori, ognuno fa le sue cose e stiamo sempre in conflitto, ogni casa che chiediamo ci dicono di no e noi “ci ribelliamo”;
  • vediamone un altro.
  1. JINXY JENKINS E LUCKY YOU - L’AMORE E’ UNA SPLENDIDA CASUALITÀ: il cortometraggio aveva l’obiettivo di far discutere su un tema caldo dell’adolescenze, inerente l’eterna convinzione di essere “i più sfortunati del mondo” e la diffidenza o la paura di contagiare  che li fanno chiudere in loro stessi precludendosi altri punti di vista, chiedere aiuto e instaurare un rapporto di reciprocità per mettere a posto i pezzi rotti della loro anima. A fine cortometraggio è stato chiesto ai ragazzi cosa gli ha trasmesso il video e le riposte sono state le seguenti:
  • insieme ci si può completare;
  • la fortuna si può cambiare;
  • io non ho paura di fare, gli altri hanno paura che io faccia male.

Approfondire le tematiche richiedeva un tempo considerevole che non abbiamo avuto e soprattutto richiedeva una mediazione da parte dell’équipe della struttura in quanto alcune considerazioni riflettevano dinamiche interne di cui siamo estranei.

A tal proposito riportiamo alcune frasi emerse nel momento dei saluti con i ragazzi che possono rappresentare un momento di riflessione per l’equipe della struttura:

  • perché non tornate tutte le settimane a “giocare” con noi;
  • adesso ve ne andate e non tornate più;
  • tornate quando volete tanto ci annoiamo e litighiamo sempre con gli educatori;
  • chiedetelo voi di tornare perché se lo chiediamo noi ci dicono di no, ogni cosa che chiediamo ci dicono di “no”.

 

Il ritorno in classe

Tornate in classe le corsiste sono state invitate a riflettere sui commenti dei ragazzi tenendo in considerazione il difficile mandato dell’“educatore” in una struttura protetta come è una comunità alloggio o casa famiglia dove si rende necessario far conciliare mandati istituzionali e organizzativi con il bisogno degli adolescenti di libertà, accettazione, affetto disinteressato, esplorazione ecc…

Da esterni, senza entrare in merito ai progetti specifici individuali, senza conoscere le loro storie di vita, abbiamo potuto godere della gratuità di un incontro e di uno scambio disinteressato che ha portato a valorizzare elementi importanti del mandato di un educatore:

  • mettersi in gioco come persone senza abusare della posizione ricoperta (io sono l’educatore, tu devi fare quello che dico io), sottolineando l’importanza della relazione e del farsi eleggere come “punti di riferimento e guida” per il loro percorso di vita;
  • l’importanza del metodo educativo e della letteratura di supporto per creare momenti strutturati, documentabili studiando un ambiente protetto per ogni attività;
  • l’importanza del gioco, del giocare, dell’indossare una maschera che tira fuori la personalità e la vera natura delle persone;
  • l’importanza del gioco di ruolo dove si destrutturano i ruoli reali e si apre un dialogo costruttivo finalizzato a trasmettere stati d’animo e sentimenti e alla vera conoscenza;
  • l’abbandono come tema ricorrente nell’adolescenza. In particolare si è discusso della paura di un ragazzo di vivere l’abbandono e dell’abbandono oggettivo e la collocazione in una Comunità, quindi l’aver vissuto in prima persona questo abbandono con il conseguente bisogno di una figura di riferimento per l’incapacità di essere autosufficienti. Nel momento in cui si crea una relazione si è tendenzialmente portati a rievocare la sensazione di abbandono per questo è importante definire sempre i termini dell’incontro in partenza senza prendersi impegni e fare promesse senza averne discusso con l’equipe di riferimento, circoscrivendo quindi l’incontro alle modalità pattuite. 
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